E siamo arrivati alla terza serie d'ispirazione marvelliana targata Netflix. La qualità rimane alta, ma stavolta il pubblico si è diviso. Riflettiamo sulle origini anni 70 del personaggio di Cage, di come si è evoluto mentre il mondo intorno a lui cambiava (e cambiava il modo di fare fumetto). Un viaggio nel passato guardando avanti. Sempre. E una riflessione sui ciclici cambiamenti dell'immaginario.
sabato 15 ottobre 2016
giovedì 13 ottobre 2016
Scrivete a Rocket Balloon
Cari terrestri, stiamo preparando la scaletta per la seconda puntata di "Rocket Baloon" la trasmissione di approfondimento fumettistico (e nerdacchioso in generale) che (vi ricordiamo) va in onda su Runtime Radio ogni primo Martedì del mese alle ore 10:00 (ma che è anche possibile recuperare in versione podcast su Spreaker).
L'appello, stavolta, è: SCRIVETECI. La trasmissione ha un indirizzo email ufficiale, eccolo qui:
Il buon Giuseppe Saso e il sottoscritto vi risponderanno in trasmissione. Dateci una mano a far crescere questo appuntamento e a farne un piacevole appuntamento per tutti.
sabato 8 ottobre 2016
Teatro Montevergini di Palermo liberato: in bocca al lupo (affinché viva e ululi ancora)
Ieri, 7 Ottobre 2016, il Teatro Montevergini di Palermo è stato occupato, anzi, liberato da un'immobilità istituzionale che lo ha tenuto congelato e inerte per almeno tre anni. Pacificamente popolato da una comunità variegata di persone il cui progetto è quello di restituire alla cittadinanza quello che era ormai, agli occhi di tutti, uno grande spazio sprecato. Una struttura tempo addietro risanata, che ospita la Scuola di Teatro del Teatro Biondo di Palermo, altra realtà bisognosa di attenzione e nuova linfa vitale, che annega in uno spazio enorme e finora fondamentalmente abbandonato a sé stesso, sorvolando sull'ormai antico annuncio di un bando di assegnazione, mai formalmente realizzato che ben riassume il concetto sintetizzato da Giuseppe Bellafiore nella sua Guida alla Città di Palermo, di “definitiva provvisorietà”, che affligge da sempre il capoluogo siciliano come una malattia cronica.
Lo
striscione affisso dalla comunità degli occupanti recita
significativamente le parole: “Né pubblico né privato: Comune”.
Da subito è partita un'assemblea cittadina cui sono state
puntualmente invitate le istituzioni per un confronto diretto e
pacifico. Invito rimasto, almeno fino alla giornata di ieri,
disertato. Unica risposta, una nota dell'Assessore
alla Cultura
Andrea Cusumano, che definisce il gesto degli occupanti “Illegale
e inaccettabile”
affermando che l'occupazione causa “Il
blocco immediato di tutte le attività in corso”, cioè
le attività della scuola di teatro diretta da Emma Dante e le
manifestazioni relative a “Le
Vie dei Tesori”.
Nella
sua freddezza istituzionale, la nota dell'Assessore
Cusumano fa risuonare nella memoria dei palermitani
la consueta solfa da carillon inceppato su una legalità soltanto
presunta, che non prevede nessun reale confronto con gli individui e
le loro autentiche
esigenze.
Se infatti le istituzioni si fossero prese il disturbo di rispondere
all'invito al dialogo,
tempestivamente
partito a occupazione avvenuta, ci saremmo tutti risparmiati delle
considerazioni che avranno anche il crisma dell'istituzionalità, ma
restano inesatte, fuorvianti, parziali e di conseguenza inaccettabili
per la città che hanno l'onere di amministrare. Una Palermo dove una
massa di cittadini paga tasse salatissime, strozzandosi e
sopravvivendo a stento, in una città dai servizi sempre più
scadenti. Una città che può a buon diritto affermare di essere
proprietaria di almeno un pezzo di spazi comuni che l'amministrazione
ha relegato nel dimenticatoio. Ma
siamo a Palermo, e il segnale intimidatorio, il richiamo alla
legalità, è riservato a quei soggetti che propongono un dialogo
costruttivo, mentre quartieri del centro storico sono ormai stati del
tutto abbandonati a un'illegalità galoppante, degradante e
pericolosa, cui palesemente l'amministrazione della città non riesce
a far fronte. Non
è una bella figura.
Auguriamo in bocca al lupo all'esperienza appena nata al Teatro Montevergini, e invitiamo a leggere, qui a seguire, la nota della comunità resa pubblica oggi 8 Ottobre 2016, in cui si fa chiarezza su quelli che sono lo spirito e gli obiettivi dell'iniziativa, ma anche i punti di fraintendimento che vanno al più presto chiariti con chi ha il dovere di tutelare e aiutare a crescere la nostra città, dialogando con le realtà più propositive, e aldilà di iniziative demagogiche discutibili. Perché abbiamo bisogno del pane, ma vogliamo anche le rose. Noi palermitani le abbiamo pagate per anni. E ci spettano.
Auguriamo in bocca al lupo all'esperienza appena nata al Teatro Montevergini, e invitiamo a leggere, qui a seguire, la nota della comunità resa pubblica oggi 8 Ottobre 2016, in cui si fa chiarezza su quelli che sono lo spirito e gli obiettivi dell'iniziativa, ma anche i punti di fraintendimento che vanno al più presto chiariti con chi ha il dovere di tutelare e aiutare a crescere la nostra città, dialogando con le realtà più propositive, e aldilà di iniziative demagogiche discutibili. Perché abbiamo bisogno del pane, ma vogliamo anche le rose. Noi palermitani le abbiamo pagate per anni. E ci spettano.
Altroquando
UN
PAIO DI CONSIDERAZIONI SULLA GIORNATA DI IERI
Nella prima assemblea cittadina del Montevergini liberato, avvenuta ieri pomeriggio, molte persone hanno discusso con l'obiettivo di formulare una diversa idea di città e di partecipazione nelle pratiche di gestione degli spazi pubblici palermitani.
Nel corso dell'assemblea abbiamo letto le dichiarazioni fatte dall'Assessore alla cultura Cusumano, che stravolgono le pratiche, le intenzioni dichiarate e le questioni poste.
Nel corso dell'occupazione non è stato compiuto nessun atto di forza o prepotenza. Le porte dello spazio sono rimaste aperte per tutto il corso della giornata.
Durante la mattinata di ieri abbiamo chiarito ai vertici del Teatro Biondo la nostra intenzione di non ostacolare le attività dello Stabile e della scuola. Per altro lo spazio occupato non comprende l'ex Chiesa del Montevergini, adibita a sala teatrale.
Il percorso avviato non mira a bloccare le attività che già si svolgono ma piuttosto ad utilizzare lo spazio al pieno delle sue potenzialità artistiche e sociali, in una prospettiva d'incontro e contaminazione reciproca. Questa assemblea non vuole arrogarsi un diritto esclusivo sulle scelte riguardanti questo spazio, ma aprire un processo di gestione delle proprietà pubbliche come “beni comuni” e di sperimentazione di forme di governo orizzontali e partecipate su cui l'amministrazione sino ad adesso non ha dimostrato sufficiente coraggio e capacità di visione, al contrario di quanto successo a Napoli e che l'amministrazione dichiara di prendere a modello.
L'assemblea del Montevergini prosegue la discussione alle ore 18:00, rinnovando l'invito alla città e alle istituzioni ad un confronto sui temi posti.
Trent'anni di Dylan Dog: Mater Dolorosa
Trent'anni, sentirli tutti e andare comunque avanti. Potrebbe essere lo spirito giusto. Anche per Dylan Dog. Una veloce riflessione sulla festa di compleanno organizzata per l'indagatore dell'incubo da Roberto Recchioni e Gigi Cavenago: Mater Dolorosa (No Spoiler).
martedì 4 ottobre 2016
Rocket Balloon: Puntata Zero
Ed è fatta! La puntata Zero (possiamo anche definirla Prima puntata, visto che il progetto è ormai approvato e avrà seguito) di Rocket Balloon è andata. Si è parlato tanto anche di Salvatore Rizzuto Adelfio, fondatore di Altroquando, senza il quale questa avventura non sarebbe neppure cominciata. Ho preso nota delle sbavature che mi riguardano e prometto di impegnarmi a migliorare (del resto, in radio sono al debutto). Ora si passa alla produzione della seconda puntata. Ogni primo Martedì del mese su http://runtimeradio.it/. Intanto, eccovi il link al podcast su Spreaker. Sulla pagina trovate anche l'indirizzo email del programma. Se volete rivolgere domande a me o a Giuseppe Saso , se volete partecipare al giochetto nerd che ho proposto alla fine, ci trovate lì. L'avventura è iniziata, e contiamo di rodarci in fretta e fare sempre meglio. Ci sarà sempre un Altroquando.
giovedì 29 settembre 2016
Nasce Rocket Balloon su Runtime Radio
Sta per iniziare una nuova avventura. Diamo il benvenuto a Runtime Radio. Una web radio geek (ma non solo!) dove si apre (tra le altre) un'ulteriore realtà altroquandiana. Rocket Balloon sarà uno spazio in cui Peppe Saso e il sottoscritto parleranno di fumetti e argomenti nerd senza limiti (e magari oltre... verso l'infinito). Il logo ufficiale è stato realizzato da Roberta Miranda (che ringraziamo). Tra pochi giorni si parte su Runtime Radio. Vi invitiamo a bordo per questa nuova avventura. Ci sarà sempre un altroquando. Quindi vi aspettiamo per l'inizio di questa nuova esperienza.
martedì 27 settembre 2016
Le due vite di Frank Carter (Il Maestro di Cera e Prigioniero di Ares)
Frank Carter è tornato.
Due volte.
E per quanto lo storico Bond-Connery
abbia insegnato a tutti che “Si Vive Solo Due Volte”,
Frank sembra avere tutte le intenzioni di tornare anche per un terzo
round (anzi, lo ha già fatto), e magari perdurare finché le energie
degli autori e le attenzioni dei lettori lo supporteranno.
Un riassunto per i neofiti. Frank
Carter nasce come web comic su testi di Carlo Coratelli e per i
disegni di Fortunato Latella nel 2009 sul portale di Shockdom (realtà
editoriale ormai consolidata e fucina di artisti esordienti negli
spazi virtuali) e si “reincarna” in un primo volume cartaceo nel
2012 con il marchio Red Publishing. Le Avventure di una Spia per
caso, pubblicate per la prima volta online con cadenza
quindicinale, si ispirano dichiaratamente alla scuola del fumetto
franco-belga, sia per la scelta grafica della cosiddetta linea
chiara, sia per il tono avventuroso e vagamente retrò delle sue
storie. La matrice del racconto è da cercare nella tradizione della
spy-comedy hollywoodiana, dove un individuo qualunque, senza alcun
addestramento ma pieno di spontanea iniziativa, si trova coinvolto
suo malgrado in intrighi di portata (hitchockiana) internazionale.
Dopo i primi due archi narrativi
(“Equivoco a Casablanca” e “La formula Zolta”)
già raccolti nel primo volume cartaceo, Frank Carter è ancora una
spia, anche se quel “per caso” ormai si è un po' perso per
strada. Infatti, secondo l'antica, ingenua tradizione delle strip
avventurose della golden age, i servizi segreti hanno riconosciuto il
potenziale del nostro uomo qualunque, che adesso può essere
richiamato a collaborare con il governo per operazioni pericolose in
qualunque momento. Ed è questo lo scenario che ci presenta la
seconda trasferta cartacea di Frank Carter nel volume che raccoglie
“Il Maestro di Cera” e “Prigioniero di Ares”.
Lo spirito del fumetto di Coratelli e
Latella (cui subentra Marco Performato nella seconda metà del
volume) rimane invariato. Avventura spensierata e atmosfere
leggerissime che ammiccano alla cultura popolare di un tempo andato,
partendo dal cinema e attraversando i punti cardine della gloriosa
storia delle strisce syndacate. Storie semplici, basate su twist
narrativi calibrati e scanditi appositamente per colpire la fantasia
del lettore con brevi sequenze disegnate che suscitino l'attesa per
il seguito. Avevamo lasciato la coppia di protagonisti con la notizia
della gravidanza di Jill che in questo volume renderà padre Frank di
un bambino che non potrà (feticisticamente) ricevere un nome diverso
da quello della stessa “spia per caso”, con una venatura di amour
fou che insinua un impalpabile sottotesto inquietante nel rapporto,
cartoonesco e spensierato, di questa coppia felice. Felice di
trovarsi in costante pericolo, in quanto dipendenti dall'adrenalina e
geneticamente insofferenti a una vita di banale quotidianità.
Scherzi a parte, l'elementarità delle storie è da dare per scontata
e non può essere intesa come un difetto della serie, a meno che non
s'ignori del tutto il valore di omaggio e l'esercizio di stile
vintage che è carburante dell'intero progetto. Un progetto (che è
anche una sorta di gioco artistico) nato per riproporre stilemi
antichi (vecchio, ormai, è parola dispregiativa) adattandoli
ai mezzi di comunicazione attuali. E nella fattispecie, soprattutto
il web.
Il Maestro di Cera, il primo
ciclo che compone questa seconda escursione di Frank Carter
nell'universo dell'avventura senza frontiere, parte ancora una volta
come spy-comedy, ma attinge soprattutto ad archetipi del cinema
horror della Hollywood più classica (dovrebbe essere inutile citare
“La Maschera di Cera” e i suoi infiniti remake). E
introduce un nuovo villain che sicuramente darà filo da torcere al
protagonista anche in futuro. I riferimenti ai tratti somatici
dell'attore Vincent Price parlano abbastanza chiaro. Frank Carter
potrà anche essere una spia per caso, ma è un cocktail di cultura
pop organizzato e fortemente voluto. Rigorosamente analcolico, per
essere alla portata di chiunque. Da consumare in bicchieri piccoli e
da buttare giù d'un fiato, godendo di quel velocissimo brivido che
un salto nel passato (e tra diversi mondi dell'immaginario legato
all'intrattenimento) riesce a suscitare, specialmente a chi ancora
possiede il senso della storia.
Nel secondo ciclo qui presentato in
cartaceo, “Prigioniero di Ares”, assistiamo al passaggio
di testimone da Fortunato Latella a Marco Perforato. La cifra
artistica resta omogenea, e il lavoro di Perforato non produce nessun
trauma, restando perfettamente aderente allo spirito del racconto e
alla scelta di stile che fa da base al progetto. Qui assistiamo a un
nuovo scontro diretto dell'ormai rodata spia-non-più-tanto-per-caso
e quella che si è già connotata come la sua nemesi, e cioè
l'organizzazione criminale che si fa chiamare Ares. Se nel capitolo
precedente, Coratelli e Latella si sono divertiti a giocare con gli
archetipi dell'horror classico, qui abbiamo un'escursione nel
territorio immarcescibile delle “escape adventures”, le storie di
evasione. La ricetta non cambia. Un'iniezione di leggerezza (e un
ritmo sostenuto) permettono di narrare anche episodi di violenza e
risvolti drammatici senza che il lettore sia costretto a prenderli
necessariamente sul serio. Riducendo il tutto all'osso della
narrazione avventurosa, dove il sangue, le lacrime, la morte, non
sono reali shock, ma semplici passi di una danza che per essere
eseguita ed essere piacevole non possono essere esclusi. Quel che
conta è l'intrattenimento e la confezione globale. L'origami
completo alla fine di un certosino lavoro di piegatura.
C'è da chiedersi se, a prescindere
dalle intenzioni di partenza, Frank Carter non abbia finito con lo
sconfinare, e da iniziativa volta a recuperare atmosfere ed emozioni
deliziosamente vintage, non si stia progressivamente trasformando in
un esperimento di minimalismo fumettistico, che attinge e sintetizza
in forma essenziale un po' tutti i topos dell'immaginario legato
all'intrattenimento. Una chiave di lettura interessante, che ci fa
chiedere come evolverà ulteriormente la serie.
Se il primo volume cartaceo, con il
marchio Red Publishing, era il risultato di un crowdfunding riuscito,
questo secondo avvento odoroso di tipografia ha avuto un parto più
travagliato ed è reperibile direttamente su ebay. Cosa che fa porre
qualche domanda. Nel frattempo, la spia-non-più-per-caso continua a
correre e a rischiare la pelle sul web, ed è lecito chiedersi se la
somministrazione periodica delle sue avventure in modiche quantità,
concise e accattivanti come caramelle dal sapore proustiano, non
rimanga il suo format per eccellenza. La professionalità è
indubbia, la qualità della confezione anche. Ma il passaggio su
carta e la lettura d'un fiato potrebbe (e il condizionale qui è
d'obbligo) smorzare nel corso del tempo una parte del suo carisma
gioviale e scattante, così legato al revival di un piacere che fu. A
meno che qualcosa nella formula non cambi rotta, e Frank Carter (che
ormai è un avventuriero a tutti gli effetti) non osi di più. Magari
rischiando il collo sul serio (sul piano artistico e commerciale) con
una progressiva maturazione che possa portarlo a un livello
successivo, in grado da reggere la strada ancora da percorrere tanto
sul web che sulla carta stampata. Ricordiamo che serie televisive
diventate di culto, come Buffy del non ancora famosissimo Josh
Whedon, hanno iniziato in termini di grande leggerezza per poi
evolvere in saghe più complesse, dai dialoghi densi e dai colpi di
scena devastanti. Pertanto, chi può dire cosa ne sarà di Frank e
Jill Carter?
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